Una cosa è una cosa by Alberto Moravia

Una cosa è una cosa by Alberto Moravia

autore:Alberto Moravia [Moravia, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 1966-12-31T23:00:00+00:00


CALCOLI FRETTOLOSI

Eccomi di nuovo a farmi visitare da un dottore. Non quello di un mese fa, né quello di un anno fa, né quello di cinque anni or sono; è un dottore nuovo, un dottore celebre, meritatamente celebre, un luminare. Sono malato, gravemente malato, da questo dottore mi aspetto la guarigione, so di certo che soltanto lui può guarirmi, inserirmi di nuovo nella vita normale.

Penso queste cose camminando per le strade del quartiere elegante in cui abita il dottore. Quasi involontariamente non posso fare a meno di riflettere che è un quartiere di milionari, nel quale il suolo costa centinaia di migliaia di lire al metro quadrato e gli affitti sono altissimi. Si capisce, penso tra me e me, si capisce, sarebbe strano se non fosse così.

Ecco il palazzo del dottore. Un enorme cubo di mattoni e di marmo, posato su quattro palafitte di cemento. Parcheggio la mia utilitaria di fronte al portone, tra due macchine di lusso. Una di queste macchine certamente appartiene al dottore: una bazzecola lunga dieci metri, carrozzata di lusso, valore: almeno cinque milioni. Il dottore, non c'è che dire, commento dentro di me, sa mettere a profitto la sua scienza.

Attraverso l'androne (travertini grezzi come escono dalla cava, ferri battuti, come escono dalla officina del fabbro), mi dirigo verso la porta del dottore, al pianterreno. Suono il campanello e mentre aspetto faccio un rapido calcolo: se l'appartamento è di proprietà del dottore, allora quest'ultimo ha cavato dalla propria tasca (cioè dalle tasche dei suoi clienti), cento milioni l'uno sull'altro. Se invece l'appartamento è in affitto, si può star sicuri che il dottore non paga meno di trecentomila lire di pigione.

Mi apre una graziosa cameriera (settantamila lire mensili), con crestina, grembiale, guanti di filo. Mi introduce in un salotto di attesa. Do un rapido sguardo in giro, mi convinco una volta di più che il dottore sarà bravo, non discuto; ma la sua bravura consiste soprattutto nel mettere a frutto, diciamo così, la bravura stessa. Infatti: i due gruppi di poltrone e divani (settecentomila lire o anche più), la consolle Luigi Sedici (mezzo milione), l'orologio antico di bronzo e marmo Impero (duecentomila lire), il tappeto persiano (mezzo milione), le stampe del Settecento con le viste di Roma (centomila lire l'una), nonché i soliti soprammobili, gingilli, vasi, lampade e lampadari stanno a testimoniare questa verità vecchia quanto il mondo: che non si diventa ricchi nella professione del medico senza l'aiuto di una macchina ben congegnata di solidarietà e complicità tra dottori, case farmaceutiche, cliniche, sanatori, gabinetti radiologici e così via. Una macchina nella quale il paziente entra sano come un pesce ed esce malato. Una macchina altamente produttiva di malattie inesistenti, di infermità inafferrabili, di morbi immaginari e insomma di simili altri beni o meglio mali di consumo corrente.

Mi colpisce una fotografia incorniciata. Sono i laureandi in medicina di un determinato anno, davanti al portone dell'università, insieme coi loro professori. Tra quei laureandi, come apprendo dall'elenco stampato sotto, c'è anche il celebre clinico che trappoco mi visiterà, allora un giovane oscuro simile a tanti altri.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.